Proviamo a fare un esempio per calarci nella modalità che vogliamo affrontare.

L’immagine di Dio Padre iniziale è racchiusa dentro ad una mandorla. Su questa forma a mandorla c’è una letteratura vasta ma il nostro approccio tecnico verte su quale sia la sua natura geometrica. Infatti, la mandorla è geometricamente l’intersezione fra due circonferenze. La circonferenza rappresenta il divino e talvolta la perfezione stessa, basta pensare all’aureola dei santi e all’eucarestia. La presenza dei due angeli che sorreggono la mandorla rimanda a queste due circonferenze. Uno dei tanti misteri di Dio è poi questo: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20) Gesù ci ricorda ancora che Dio è nel prossimo, nella relazione con il prossimo e talvolta nell’unione con il prossimo, ecco il significato di due circonferenze che si uniscono. L’intersezione di questa unione è la mandorla che rappresenta poi il frutto dell’unione che idealmente può essere il figlio. Le fattezze di Dio padre, infatti, si confondono con quella del figlio per vari motivi, ma è il prologo di Giovanni a ricordarci che in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il verbo era Dio. Per questo c’è la presenza di un libro aperto che ricorda altre parole sempre del vangelo di Giovanni. È interessante questa fusione fra l’antico e vecchio testamento. Con questa forma dell’intersezione fra due circonferenze si aprono gli alto rilievi di Wiligelmo. Questa forma la ritroveremo anche in altre scene, svelando una dimensione sorprendente, come tante altre forme che arricchiscono gli alto rilievi.